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Clint Eastwood torna al cinema con Giurato numero 2

Serratissimo thriller psicologico che pone domande sul concetto di colpa e giustizia, Giurato numero 2 segna (forse) l’addio al cinema nel maestro ultranovantenne.

Alla veneranda età di 94 anni (li ha compiuti lo scorso maggio) Clint Eastwood torna al cinema per il suo quarantaduesimo film da regista, il legal thriller Giurato numero 2, in arrivo nelle sale il 14 novembre distribuito da Warner Bros. Pictures. Forse è l’ultimo (ma speriamo di no), in Usa sarebbe dovuto uscire solo su piattaforma streaming ma poi è stato deciso di anticiparlo con una distribuzione limitata in sala in vista di una possibile candidatura agli Oscar.

Che cosa racconta: Realizzato su una sceneggiatura originale di Jonathan Abrams, Giurato numero 2 mette in piedi un thriller psicologico serratissimo che pone tutta una serie di questioni morali.  Justin (lo interpreta Nicholas Hoult) è ex alcolista che ha cambiato vita e sta per avere un figlio dalla sua deliziosa giovane moglie (Zoey Deutch). Mentre prepara l’arrivo del bambino è chiamato in tribunale come giurato per un caso di omicidio: la vittima è una ragazza (lei è Francesca Fisher-Eastwood, figlia di Clint e dell’attrice Frances Fisher) che dopo un violento litigio col fidanzato in un bar, è corsa via sotto la pioggia battente e la mattina dopo è stata trovata morta lungo la strada. Questo fidanzato (Gabriel Basso) è un tipo violento con precedenti e le amiche di lei lo hanno visto inseguirla, è dunque lui sotto processo, accusato di averla uccisa. Dati gli indizi sembra un caso apparentemente già chiuso, anche perché l’avvocatessa che sostiene l’accusa (Toni Collette) ha l’intenzione di farne il proprio trampolino di lancio per essere eletta procuratore.

Tuttavia, al momento del giudizio sopravviene un problema assolutamente inaspettato: per un fondatissimo motivo che non posso rivelarvi per non rovinarvi il piacere di vedere il film (ma che verrà svelato quasi subito) il giurato Justin sa che non è stato l’imputato ad uccidere la ragazza. E si troverà di fronte a un insidioso dilemma morale: che fare?

Perché guardarlo: Privo di qualsiasi effetto speciale e quasi hitchcockiano nel suo svolgimento, il film è sostenuto principalmente dalla potenza della sua narrazione, capace di mantenere lo spettatore incollato allo schermo per le due ore della sua durata. Ha il pregio di proporci una sceneggiatura originale (ormai una rarità) rinforzata da una regia lucidissima, che pone tutta una serie di interrogativi sulle questioni relative alla colpa e soprattutto alla giustizia e al sistema giudiziario americano, del resto, come dirà lo stesso protagonista «Non sempre la verità equivale a giustizia».

«Penso che agli spettatori piacerà» ha sottolineato Eastwood. «È un film che io stesso vorrei vedere, perché guarda con attenzione a tutto ciò che accade tra il bianco e il nero della vita quotidiana, e spero vi faccia pensare a cosa fareste voi in quella situazione».

Immagine di Elisabetta Colangelo

Elisabetta Colangelo

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