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L’arte della gioia è la serie di cui tutti parlano (da guardare subito su Sky)

È una sorpresa davvero piacevole, la serie diretta da Valeria Golino e tratta dal romanzo “scandalo” di Goliarda Sapienza, della quale proprio domani (venerdì 14 marzo) arrivano su Sky e Now le ultime due puntate (delle sei previste), e dunque si candida per il binge watching del week-end.

Chi è Goliarda Sapienza

Siciliana, classe 1924 (scomparsa nel ’96) figlia di due rivoluzionari socialisti, Goliarda Sapienza è stata attrice, autrice teatrale e soprattutto scrittrice, amica dei registi Alessandro Blasetti e Lina Wertmuller, e di Citto Maselli, col quale intrattenne una lunga relazione.

Il suo romanzo più importante, L’arte della gioia, fu pubblicato postumo dopo essere stato rifiutato da molti editori, stampato in poche copie da Stampa Alternativa nel 1998.

Il giovane marito, Angelo Pellegrino, riuscì successivamente a farlo uscire anche in Germania e in Francia (2005), dove a sorpresa ebbe invece un grandissimo successo di pubblico, soprattutto femminile.

In Italia è stato edito nel 2008 da Einaudi e nel 2009 da Mondadori, diventando un best seller a 12 anni dalla morte dell’ autrice.

L’arte della gioia

La serie ricalca quasi senza variazioni la prima parte del romanzo di Goliarda (che ne conta quattro ed è in gran parte narrato in prima persona) per raccontare la storia di una giovane donna siciliana del secolo scorso, Modesta, partendo dalla sua prima infanzia.

E da qui in poi attenzione perché farò molti spoiler.

Bambina curiosa e ribelle, Modesta appartiene a una famiglia poverissima della Sicilia rurale del primo Novecento, e vive con sua madre e la sorella disabile. Abusata dal padre che conosce appena, appicca un incendio che provoca la morte di tutti i suoi, e finisce per essere allevata in un convento di suore.

Qui intreccia una relazione platonico-amorosa con la bella madre superiora, di cui diventa la protetta, la quale però non riesce ad accettare che il loro scambio possa diventare anche sessuale. Così, dopo un violento alterco, Modesta ne provoca la morte, camuffandola in incidente.  A questo punto la ragazza viene fatta trasferire nella residenza di campagna della principessa Brandiforte, madre nobile e capricciosissima della religiosa defunta, e anche di una figlia più giovane, Beatrice, alla quale non perdona l’essere nata zoppa. Modesta e Beatrice invece si intendono immediatamente, e cominciano una liaison lesbica.

Sullo sfondo della Prima guerra mondiale, a villa Brandiforte la giovane sperimenta anche diverse altre relazioni sessuali, e infine riesce a farsi sposare dal figlio deforme della principessa, Ippolito, che la madre tiene nascosto al mondo, entrando di fatto a far parte della famiglia.

La serie conclude con la nascita del bambino di Modesta, fatto passare per erede di Ippolito ma in realtà figlio del gabellotto che gestisce le terre dei Brandiforte, e con il trasferimento della famiglia nel palazzo di Catania.

Modesta è interpretata da una straordinaria Tecla Insolia e nel ruolo della madre superiora c’è Jasmine Trinca (brava), mentre Valeria Bruni Tedeschi, ottimamente diretta, è la principessa Brandiforte, Alma Noce l’inquieta Beatrice e Guido Caprino (sensualissimo) il gabellotto.

Tutto il cast, del resto, merita una menzione speciale, perché è davvero molto credibile e ben assortito, anche nei piccoli ruoli, come quello inquietantissimo del padre di Modesta, o del maggiordomo di casa Brandiforte che a tempo perso si improvvisa puparo, o del deforme principe Ippolito (Giovanni Bagnasco).

Perché guardarla

Non fatevi ingannare dalla sinossi di cui sopra, a cui per brevità manca spessore: L’arte della gioia è una produzione che riesce a tradurre la sensualità e l’erotismo che informano l’intero romanzo senza mai diventare volgare o pornografica o pruriginosa o semplicemente banale. Un racconto spiazzante e (finalmente) politicamente scorretto capace di sorprendere e ammaliare, sostenuto da una bellissima confezione fatta di panorami siciliani, costumi, dialoghi in dialetto.

Lo sguardo che restituisce è quello di una donna, Modesta, che sfida la morale comune e le convenzioni sociali della sua epoca con una determinazione e allo stesso tempo un’innocenza che la trasformano in un’eroina nonostante i numerosi crimini di cui si macchia.

E che ci renderà complici del suo percorso di conquista del diritto alla felicità.

Immagine di Elisabetta Colangelo

Elisabetta Colangelo

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