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Il mistery horror From è pronto per il binge-watching

La serie ambientata in una cittadina popolata di mostri notturni dalla quale è impossibile andarsene, conclude la terza stagione. Se non l’avete vista è ora di recuperarla su Paramount+

Se siete stati fan di Lost, cult seriale del 2004 che raccontava un gruppo di sopravvissuti a un disastro aereo precipitati su una misteriosa isola dove accadevano fatti sovrannaturali, la serie From vi piacerà. Come Lost è ambientata in un non-luogo dal quale è impossibile fuggire, dove succedono cose stranissime – qui più horror che altro – e la notte imperversano inquietantissimi mostri dall’aspetto umano.

La terza stagione sta per concludersi su Paramount+ (l’ultimo episodio è previsto per il 6 dicembre) e la serie è dunque pronta per essere recuperata in binge-watching, sperando che gli ultimi episodi ci diano qualche indizio per capirci di più (e anche che il network non decida di concluderla lì, senza darci spiegazioni).

Che cosa racconta: From comincia mostrandoci una famiglia, padre madre, figlia adolescente e un bambino, in viaggio in camper. Quando un albero caduto nel mezzo della strada li costringe a fare una deviazione, finiscono in una cittadina dall’apparenza semiabbandonata, dentro la quale continuano a procedere in circolo senza mai riuscire ad uscirne, nonostante lo sceriffo e alcune altre presone abbiano cercato di avvisarli.

Scopriremo presto che la città è un non-luogo nel quale sono rimaste intrappolate molte persone diverse provenienti da ogni parte degli Stati Uniti e dal quale è impossibile fuggire. Durante la notte si popola di inquietantissime creature dall’aspetto umano e inoffensivo, in realtà demoni che si nutrono del dolore altrui e che affascinano, catturano, torturano e squartano chiunque capiti loro vicino. L’unico modo per salvarsene è restare asserragliati in un luogo chiuso con la protezione di un talismano di pietra.

Nel corso delle tre stagioni conosceremo gli abitanti della cittadina e le loro storie, tra cui lo Sceriffo Boyd (Harold Perrineau) ex militare che ha preso il comando della situazione, il suo vice Kenny (Ricky He) un giovane di origine cinese che è finito in città con la madre e il padre malato di alzheimer, Ellis (Corteon Moore), figlio ventenne di Boyd e la sua ragazza Fatima (Pegah Ghafoor), il parroco Padre Khatri (Shaun Majumder), Donna (Elizabeth Saunders) la leader della casa coloniale dove abita metà dei cittadini, Kristi (Chloe Van Landschoot), studentessa di medicina e unico medico della città,  Victor (Scott McCord), un uomo rimasto intrappolato fin da bambino, prima di chiunque altro abitante, Tabitha (Catalina Sandino Moreno) e  Jim (Eion Bailey), la coppia dei nuovi arrivati con la loro figlia Julie (Hannah Cheramy), e molti altri personaggi. Nel frattempo, assisteremo a fatti inspiegabili, apparizioni, uccisioni e torture, e molti colpi di scena, compreso l’arrivo di nuove persone in città e un tentativo quasi andato a buon fine di tornare nel mondo reale.

Di puntata in puntata la situazione si complica aggiungendo nuovi elementi di mistero, tuttavia cosa stia succedendo invece di chiarirsi diventa sempre più folle e meno intellegibile.

Perché guardarla: Per prima cosa vale la pena osservare che From è prodotta dai fratelli Anthony e Joe Russo, non proprio gli ultimi arrivati, già dietro il successo internazionale degli Avengers, di Everything Everywhere All at Once, della serie colossal Citadel.

Qui abbiamo un mistery horror capace di tenere lo spettatore sempre col fiato sospeso, che gioca sulle paure più profonde dell’essere umano – i mostri che si nascondono nell’oscurità – sul confine tra lucidità mentale e follia, sulla linea sottile che separa la realtà dalla fantasia – gran parte degli abitanti della cittadina soffre di inspiegabili allucinazioni, sia visive che sonore, e finisce per non essere più certa di che cosa sia davvero reale – e sull’idea distopica che prima o poi potremmo essere tutti vittime di un esperimento governativo che provi a mantenerci rinchiusi e terrorizzati (non è più o meno già successo?).

Insomma, gli ingredienti per farne un cult ci sono tutti, anche se ogni tanto la narrazione indugia in insopportabili dialoghi psicologici che la rallentano senza aggiungere nulla (cosa che del resto accadeva anche in Lost).

E sono molto curiosa di assistere alla spiegazione finale con la quale gli autori concluderanno la storia.

Ricordate il finale di Lost? Se non, potete trovare la mia recensione qui nel blog.

Immagine di Elisabetta Colangelo

Elisabetta Colangelo

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