Quanto è bella la vita di Ilary Blasi ora che è single.
È l’argomento della docuserie Ilary, (ben) 5 puntate sbarcate il 9 gennaio su Netflix dopo Unica, in cui la nostra più accreditata “local star” raccontava la sua versione della rottura col marito Francesco Totti. Nella quale, va sottolineato, non appaiono mai i loro tre figli, Cristian, Chanel e Isabel.
Diciamolo pure: fino a poco tempo fa per le celeb in odore di separazione era sufficiente un “revenge dress” in stile Lady Diana. Ovvero: in risposta al pubblico tradimento di lui, un altrettanto pubblica uscita di lei in abito favoloso.
Adesso, invece, a quanto pare, si porta il “revenge show”, ovvero il racconto televisivo dettagliato, che però spesso puzza di fake, e, credetemi, non sempre è una buona idea.
Così, mentre le telecamere insistono sulle inquadrature della Roma più instagrammabile, tra San Pietro e il Lungotevere, Ilary ci viene mostrata (a molti chilometri di distanza) nel suo mega villone di periferia. In un salotto dominato da un gigantesco divano semi circolare che sembra uscito dalla Las Vegas degli anni Novanta, ad indugiare in chiacchiere e aperitivo con le amiche e le sorelle, tutte rigorosamente con la stessa piega dei capelli (immaginate il trucco e parrucco offerto dalla produzione).
Il resto non è molto più interessante.
Ilary raggiunge la nonna nel paesello di origine per darle lezioni di guida, in quanto la signora, novantenne (e anche lei con la piega), deve rinnovare la patente.
Ilary frequenta un corso di abbracci (che peraltro definisce inutile) perché a lei non piace certa fisicità.
Ilary si reca a Nettuno (ridente località marittima nei pressi di Roma) per gettarsi col paracadute da un areo e vincere la sua paura (ma poi: perché?).

Ilary parte per Tokyo dove è invitata a un festival di cultura italiana che presenta la serie Unica, e al suo ritorno ci delizierà con tutta una serie di banalità sugli usi e costumi giapponesi.
Ilary incontra l’amico Nicola Savino per una gita alpina in mountain bike il cui climax è lei che fa pipì dietro un masso.
Ilary partecipa alla premiere romana della serie Netflix Emily in Paris con l’amica Michelle Hunziker (c’ero anch’io, tanto per correttezza di informazione) e le due si punzecchiano sull’età (44 lei, 47 Michelle), la padronanza delle lingue straniere e altri argomenti.
Ilary organizza una cena al villone, con l’amico chef Ruben che la mette ai fornelli mentre lei si appella alla governante Svetlana (in piega anche lei), la quale poveretta si sobbarca tutti i problemi della casa.
Ilary partecipa a un film diretto da Giampaolo Morelli col quale socializza al trucco, per poi schiaffeggiarlo su set.
Tra un’attività e l’altra, la docu presenta anche il nuovo Ilary fidanzato, tale Bastian, del quale non viene annunciato né il cognome né che cosa fa nella vita, il che lo fa sembrare parecchio come fosse un toy boy. E a un certo punto un autore incalza lei provando ad estrarre qualche particolare piccante sulla loro storia, ma ottiene solo verità in stile “scopa nuova scopa bene”.
(Se poi volete saperlo: lui, dalle informazioni che ho trovato io, si chiama Bastian Muller, è tedesco e si accreditava come capo dell’azienda di famiglia Pettenphol. In realtà, pare fosse maggiordomo e autista al Carlton Hotel di St. Moritz, come ha rivelato recentemente ai giornali il direttore della struttura).

Potrei andare oltre, ma credo vi sia bastato.
Perché insomma: siamo davvero certi di volerne sapere di più?
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